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La psicologia delle emozioni

Pubblicato da in Psicologia · 17/7/2013 20:50:02
Tags: PsicologiaEmozione

La psicologia delle emozioni

Emozione --> Stato psichico affettivo e momentaneo che consiste nella reazione opposta dall’organismo a percezioni o rappresentazioni che ne turbano l’equilibrio. Le emozioni possiedono contemporaneamente radici neuro biologiche, sono una esperienza soggettiva dotata di significati, hanno valenza sociale e relazionale, sono influenzate dalla cultura dal sesso e dall’età. Tradizione filosofica --> Concezione dell’emozione come irrazionalità e imperfezione dell’anima. De Sousa metterà in evidenza che, invece, le emozioni sono razionali e hanno funziona fondamentale per assicurare l’adattamento degli individui ai loro contesti di vita. Cognitivismo --> L’emozione si configura come un fenomeno complesso che ha una durata nel tempo, si produce in relazione alla valutazione degli eventi esterni o interni all’individuo, comporta modificazioni fisiologiche. L’emozione è vista quindi come la risultante dell’interazione tra una componente di attivazione fisiologica dell’organismo e una di natura psicologica. Nel campo del cognitivismo troviamo le teorie dell’appraisal (valutazione), distinte in due approcci diversi. Il primo è detto degli approcci discreti che enfatizza le differenze tra le emozioni in rapporto agli eventi che le producono, sottolinea l’esistenza delle emozioni di base ed è focalizzato soprattutto sugli eventi casuali. Il secondo approccio è detto approccio dimensionale sottolinea gli elementi di somiglianza che accomunano le varie emozioni. Si hanno continui controlli valutativi dello stimolo quali: la novità, la piacevolezza/spiacevolezza, rapporto tra stimolo e i bisogni dell’organismo, la capacità di far fronte all’evento, la compatibilità con le norme sociali e l’immagine di sé. Teorie psico evoluzioniste --> Darwin propose una tassonomia dettagliata di espressioni emotive che mettessero in evidenza la continuità tra meccanismi del comportamento adulto e quello degli animali e dei bambini. Egli sosteneva l’dea dell’universalità delle espressioni emotive. I movimenti facciali e del corpo formano l’articolarsi dei primi scambi comunicativi nell’interazione tra il bambino e la madre (caregiver) assicurando le basi della costruzione del legame affettivo. Prospettiva situazionista --> Una certa espressione è funzione del contesto: le espressioni facciali sono dei messaggi destinati a chi guarda e hanno quindi una chiara funzione sociale. In tale prospettiva si considerano 4 emozioni principali: felicità, paura, collera, tristezza. Le emozioni fondamentali hanno una base biologica e sono indagabili. Teorie socioculturali --> Due posizioni distinte: estremo costruzionismo sociale (nega il valore alle determinanti biologiche enfatizza il ruolo dei fattori culturali), e moderato costruzionismo (riconosce il ruolo allo strato biologico, è empirica, indaga costanti culturali relativamente a aspetti particolari delle emozioni). Alcune emozioni non hanno equivalenti in tutte le culture. Il ruolo del linguaggio è centrale nella costruzione sociale delle emozioni perché porta a comprendere i significati contestuali dell’esperienza e della regolazione delle emozioni.

Fonte: "Psicologia dello sviluppo emotivo" (riassunto) di Adriana Morganti.




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