ATTIVITA'
A seguito del colloquio di selezione e sulla base della
documentazione presentata dagli apiranti volontari,
agli atti della Cooperativa, è stata formulata la seguente
graduatoria:
1) Annese Antonella nata il 27/11/1983 - Punti 65,10
2) Tinelli Federica nata il 29/09/1983 - Punti 62,02
3) Serra Anna Rita nata il 21/04/1986 - Punti 53,93
4) Carbotti Daniele nato il 16/07/1985 - Punti 53,48
5) Caramia Carmen nata il 26/02/1990 - Punti 52,85
6) Fumarola Grazia nata il 2/10/188 - Punti 51,60
7) Montefusco Simona nata il 20/09/1985 - Punti 45,00
8) Quarato Ivana nata il 24/10/1987 - Punti 44,50
9) Saulle Amelia nata il 12/06/1983 - Punti 42,00
Sono state escluse le candidature pervenute di:
1) Lacava Dalila nata il 5/10/1990
2) Masella Giovanna nata il 22/10/1990
per mancanza del titolo di studio richiesto dal
punto 22 del Progetto "Percorsi di solidarietà".
Avviso: La graduatoria degli aspiranti volontari sarà pubblicata
sul nostro sito il 25 novembre p.v.
Sono state fissate per il 4 e 5 Novembre le date per la selezione dei volontari.
Le domande pervenute alla Società Cooperativa sono 11.
La convocazione è stata effettuata per raccomandata R/R e tramite e-mail.
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SERVIZIO CIVILE
E' stato pubblicato sulla G.U. del 3 settembre 2010 IV serie speciale il Bando
la presentazione delle candidature e la selezione
volontari.
1) Ente proponente il progetto:
Cooperativa Sociale San Giuseppe - Tel. 080/4807000 Via Genovesi 37 - Martina
Franca
Rif. Aldo Montanaro Cell. 338-8145412
Graziana Schiavone Cell. 333-7528481
2) Codice di accreditamento: NZ 04072
3) Albo e classe di iscrizione: Regione Puglia 4
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
Percorsi di solidarietà
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi
allegato 3):
SETTORE: ASSISTENZA
02 MINORI
06 DISABILI
6) Descrizione dell'area di intervento e del contesto territoriale entro il
quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite,
rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e
dei beneficiari del progetto:
Descrizione del contesto territoriale
Martina Franca è una cittadina situata a 431 m. sul livello del mare, adagiata
su una delle ultime colline meridionali della Murgia sud-orientale e domina
l'incantevole Valle d'Itria, splendida distesa verde biancheggiante di trulli.
Martina Franca ha una popolazione di circa 50.000 abitanti.
Da una indagine Istat del 31/12/2008 la popolazione martinese è cosi
distribuita:
Popolazione (maschi):23.790
Popolazione (femmine):25.640
Popolazione totale:49.430
Nati (maschi):216
Nati (femmine):203
Nati totale:419
Popolazione residente in famiglia (maschi):23.764
Popolazione residente in famiglia (femmine):25.526
Popolazione residente in famiglia totale:49.290
Popolazione residente in convivenza (maschi):79
Popolazione residente in convivenza (femmine):156
Popolazione residente in convivenza totale:235
Numero di famiglie:19.433
Numero di convivenze:37
Le tabelle seguenti suddividono invece la popolazione per fasce d'età questa
suddivisione pone in evidenza che l'indice di vecchiaia è pari a 132,6% in
riferimento ai dati del 2007.
Indice di Vecchiaia: 132,6%
Rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e quella più giovane (0-14
anni)
Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi
0-9 2.252 2.233 4.485 9,1% 50,2%
10-19 2.758 2.606 5.364 10,9% 51,4%
20-29 3.288 3.115 6.403 13,0% 51,4%
30-39 3.783 3.867 7.650 15,6% 49,5%
40-49 3.551 3.708 7.259 14,8% 48,9%
50-59 2.928 3.130 6.058 12,3% 48,3%
60-69 2.440 2.803 5.243 10,7% 46,5%
70-79 1.845 2.367 4.212 8,6% 43,8%
80-89 768 1.338 2.106 4,3% 36,5%
90-99 95 253 348 0,7% 27,3%
100+ 0 5 5 0,0% 0,0%
Totale 23.708 25.425 49.133
Grafico Età
Per Fasce di Età
Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi
0-14 3.565 3.435 7.000 14,2% 50,9%
15-64 16.240 16.613 32.853 66,9% 49,4%
65+ 3.903 5.377 9.280 18,9% 42,1%
Totale 23.708 25.425 49.133
Grafico Fasce Età
L'analisi di questi dati demografici è essenziale per capire il gruppo bersaglio
a cui il progetto dovrà fare riferimento. Nello specifico, il target riguarda i
minori a rischio dai 6 ai 16 anni, i disabili e le loro famiglie presenti sul
territorio dell'ambito di Martina Franca.
L'adolescenza
L'adolescenza è una fase evolutiva in cui il ragazzo deve affrontare una serie
infinita di compiti avendo a disposizione risorse personali talvolta inadeguate,
e sempre meno riferimenti culturali e sociali. Potremo identificare tre grandi
aree che vedono impegnato l'adolescente.
La prima riguarda il processo di individuazione all'interno della rete familiare
attraverso uno smarcarsi da valori di riferimento infantili. Un altro aspetto
dello sviluppo adolescenziale riguarda le trasformazioni del proprio corpo, la
costruzione di una propria immagine non solo fisica ma anche mentale, l'accesso
alla sessualità, e quindi la definizione di una propria identità, non sempre
supportata da riferimenti culturali e sociali chiari e definiti. L'ultimo
compito riguarda la costruzione di nuovi legami e relazioni affettive. Si esce
dal guscio familiare, si costruiscono le prime amicizie, i primi amori, i primi
legami.
Minori a rischio
Nell'affrontare il loro percorso evolutivo gli adolescenti impattano queste aree
non sempre in maniera indolore; a volte si rivelano più impegnative del
previsto, fonte di disagio, sofferenza, inducono a comportamenti inadeguati o
incongrui, a volte esponendoli a dei rischi.
Sembra infatti naturale a questa età la tendenza a intraprendere tutta una serie
di comportamenti che espongono a pericoli a volte anche gravi, essendo essi
parte ineliminabile del processo evolutivo.
La possibilità di affrontare il rischio e le esperienze che quotidianamente vive
determina nell'adolescente processo di costruzione dell'identità individuale.
Esistono però situazioni dove i comportamenti a rischio sembrano assumere una
caratteristica particolare, eccessiva rispetto all'effettivo significato
dell'atto.
La trasgressione come ad esempio l'uso di sostanze, la sessualità, comportamenti
antisociali o propriamente devianti, sembrano essere qualcosa di più che
semplici manifestazioni della sofferenza adolescenziale; vanno oltre lo
sperimentare il proprio coraggio, le abilità o sfidare le regole sociali;
piuttosto sembrano assumere significati particolari, come l'espressione di un
disagio che non trova altre forme condivisibili, o tante volte anche la ricerca
di un contenimento esterno.
I ragazzi vivono questa fase con una forte vulnerabilità individuale, hanno
difficoltà ad accettarsi (i propri sentimenti, il proprio corpo con le sue
funzioni, anche espressive) e ad esprimere le proprie emozioni a livello
verbale, corporeo, affettivo in modo congruo, sono intolleranti, non
percepiscono l'altro come fonte di sostegno e hanno difficoltà a mantenere un
impegno.
Contribuiscono a questo quadro situazioni come famiglie problematiche (separati,
carenze educative ed affettive) o ambienti sociali deprivati culturalmente o
economicamente, atteggiamenti caratterizzati da scarsa autostima, instabilità
emotiva, comportamenti provocatori, spesso collegati ad un percorso scolastico
marcato da insuccessi.
Questi fattori combinandosi tra loro producono quei comportamenti che più
marcatamente evidenziano situazioni di disagio che si manifestano con l'abuso da
parte dei ragazzi di sostanze stupefacenti o alcolici, di abbandoni scolastici,
una continua violazione di norme, comportamenti che denotano una incapacità ad
assumersi le responsabilità del proprio comportamento.
In questo quadro la cooperativa sociale San Giuseppe si propone, quale agenzia
educativa, di sostenere i ragazzi e le loro famiglie che si trovano proprio
nella situazione di dover affrontare i problemi relativi al disagio giovanile,
alla trasformazione della propria persona, all'identità dell'io, alla
dispersione scolastica e del disagio familiare aggravati appunto da una
situazione familiare poco serena.
Nell'ottica della prevenzione primaria la struttura tenta di promuovere
interventi che influiscono positivamente sulla qualità della vita degli
adolescenti. Favorendo socializzazione, benessere, salute, si cerca di fornire
strumenti, sostegno, nel percorso evolutivo adolescenziale. Nella misura in cui
si agisce sul miglioramento della qualità della vita e del benessere, diventano
residuali, quindi, gli interventi di prevenzione secondaria, rivolti alle fasce
più marcatamente a rischio e quelli di prevenzione terziaria.
I minori a Martina Franca (Contesto territoriale)
E' ormai ampiamente riconosciuto il ruolo essenziale svolto dalla famiglia nella
riproduzione sociale e dunque è cresciuta la consapevolezza dei rischi cui è
esposta in virtù del forte sovraccarico di lavoro di cui è gravata in un sistema
di politica sociale che sembra complessivamente poco incoraggiante rispetto alla
scelta di avere figli o di assumere responsabilità nei confronti di persone non
indipendenti.
E' infatti noto che nel nostro attuale sistema di Welfare, La famiglia assume un
ruolo fortemente complementare o addirittura sostitutivo rispetto a quello dello
Stato.
Il sostegno da assicurare all'area delle responsabilità familiari risponde
quindi alla necessità di ridurre il "sovraccarico" di lavoro e riconosce le
trasformazioni che hanno caratterizzato la famiglia tradizionale.
Tra queste trasformazioni vanno citate la crescente instabilità dei legami
matrimoniali, con la conseguente crescita del numero della famiglie
monogenitoriali con figli minori a carico. Le famiglie stanno diventando sempre
più piccole. Numerosi sono i nuclei monopersonli. Notevole è la quota degli
anziani che vivono in condizione di solitudine e sono in aumento sia i giovani
disabili che vivono con genitori anziani sia gli adulti con problemi psichici.
Nel nostro contesto territoriale emerge comunque la forte valenza del tessuto
familiare che costituisce tuttora la rete primaria a cui l'individuo fa
riferimento anche quando è in difficoltà.
Nel nostro contesto territoriale si è sempre rilevata una forte sensibilità ed
attenzione ai bisogni dei minori, stimolata ancor più con l'attuazione della
Legge 285/97 che ha fornito le risorse per avviare nuovi servizi a favore
dell'infanzia e dell'adolescenza ma che ha dato notevole impulso alla diffusione
di una cultura attenta ai diritti dei bambini e dei ragazzi.
A Martina infatti i minori rappresentano il 18.90% del dato totale degli
abitanti.
Il diritto di usufruire di servizi socio-educativi, volti anche a sostenere il
rapporto genitori-figli, si traduce quindi in concreta opportunità ancora per
pochi bambini e per poche famiglie pertanto l'Amministrazione Comunale a
progettare servizi innovativi per i minori.
Il giudice tutelare e il Tribunale per i minorenni hanno affidato al Servizio
Sociale del Comune di Martina Franca per le attività di sostegno dei percorsi
evolutivi circa 50 minori, di varie fasce di età, appartenenti a 41 famiglie.
Le richieste di intervento e consulenza vengono esplicitate soprattutto dalle
scuole del territorio, che denunciano un aumento del numero dei minori con
disturbi comportamentali, della personalità, psicologici, alimentari,
psicopatologici, scolastici segnalati ai sevizi del comune ed all'ASL. E'
necessario quindi nell'ottica della prevenzione e promozione coordinare e
integrare sul territorio con il privato sociale, che si qualifica come insieme
di agenzie educative e di inclusione sociale, percorsi che permettono di
ostacolare l'insorgenza di queste problematiche. Parimenti si lavora per
elaborare strategie di individuazione dei possibili fattori di rischio.
Per quanto riguarda la fascia adolescenziale emerge sul territorio il bisogno di
sostenere in maniera più efficace i ragazzi e le ragazze che, anche nel nostro
contesto, non esprimono direttamente domande ma spesso segnalano un diffuso
malessere, difficoltà di integrazione e chiusura nei riguardi del mondo degli
adulti.
Non sempre le potenzialità degli adolescenti vengono valorizzate da ambienti
razionali adeguati e ciò incide negativamente sui sentimenti di autostima e
fiducia. Anche sul piano del sostegno alla frequenza scolastica e allo studio
non sempre le istituzioni scolastiche riescono a rispondere pienamente alle loro
competenze, tendendo a delegare all'esterno le problematiche rilevate
all'interno.
Destinatari
Il gruppo bersaglio di riferimento è costituito da circa 25 minori che
frequentano il Centro diurno e le loro famiglie, e circa 10 minori in uscita per
dimissioni che necessitano di un periodo di accompagnamento per il
raggiungimento della piena autonomia ai fini dell'inserimento sociale.
La disabilità
Per molto tempo l'impostazioni delle politiche a favore delle persone disabili è
stata fortemente influenzata da quello che è possibile definire come approccio
medico alla disabilità, che considera la persona disabile essenzialmente come
persona malata ed in quanto tale come bisognosa prevalentemente di cure mediche.
Secondo questo approccio gli interventi da attuare sono di tipo sanitario, di
cura e riabilitazione, e scarsa attenzione è data alla qualità della vita e alla
condizione sociale delle persone disabili in generale.
Inoltre la definizione di handicap come attributo della persona ha comportato
l'attivazione di servizi settoriali e rivolti in maniera spesso segregante alle
persone con disabilità.
In questo senso le politiche dell'handicap degli ultimi anni e la Legge Quadro
di riforma del sistema dei servizi sociali hanno segnato un momento importante
nel percorso di maturazione delle politiche sociali nei confronti della
disabilità.
Lo stesso Piano Regionale delle Politiche Sociali in Puglia pone il problema
della disabilità tra le principali emergenze sollecitando la priorità degli
interventi in tale area.
Si è dunque passati, attraverso un processo lungo e non del tutto compiuto, da
una concezione medica ed assistenziale ad un approccio sociale alla disabilità
che coinvolge non il singolo individuo ma tutta la società nel suo insieme.
In Italia le persone disabili sono pari al 5% circa della popolazione e vive
prevalentemente in famiglia.
La presenza di disabilità è ovviamente correlata all'età: tra le persone di 65
anni (o più) la quota di popolazione con disabilità è del 19,3% e raggiunge il
47,7% tra le persone di ottanta anni ed oltre.
I tassi di disabilità, nel complesso, evidenziano una differenza di genere a
svantaggio di quello femminile: le donne rappresentano infatti, il 66% delle
persone disabili e gli uomini solo il 34% .
Anche la differenza di genere è correlata alle età delle più anziane, infatti,
più del 79% delle donne disabili ha 65 anni o più, mentre tra gli uomini tale
percentuale scende al 66%. Tale fenomeno è determinato in buona parte
dall'evoluzione demografica che ha causato un forte invecchiamento della
popolazione, caratterizzato da una crescita della speranza di vita per tutta la
popolazione, ma in misura maggiore per le donne.
L'incidenza delle disabilità aumenta quindi con il progredire dell'età. Le
condizioni di non autosufficienza sono più numerose e gravi presso le classi di
anziani non abbienti.
Nelle classi più giovani di popolazione si rivela un'aumentata frequenza di
disabilità gravi ed irrimediabili a seguito della sopravvivenza per eventi che
in passato sarebbero stati causa di morte a breve termine come i gravi traumi
cranio-encefalici, l'AIDS, i poli-traumatismi della strada e del lavoro.
I disabili a Martina Franca (Contesto territoriale)
Gli attuali sistemi informativi sociali e sanitari non consentono di ottenere
dati esaustivi sulla presenza e le caratteristiche delle persone disabili
residenti nel nostro distretto.
Dall'Ufficio Territoriale INPS è possibile rilevare che ci sono 747 Pensioni di
invalidità civile senza accompagnamento e 1341 con accompagnamento, per un
totale di 2088.
Una ulteriore fonte di dati è rappresentata dai servizi di Riabilitazione della
Asl,cui si rivolgono utenti adulti ed utenti in età evolutiva per trattamenti
riabilitativi ambulatoriali, domiciliari ed extra murali.
Il lavoro di lettura dei bisogni per questa area ha evidenziato, specie da parte
delle famiglie di disabili ed associazioni che operano prevalentemente in questo
settore, la necessità di poter contare su validi supporti, compreso il sostegno
psicologico, anche rispetto alle esigenze di vita quotidiana.
Gli stessi hanno lamentato, inoltre, la mancanza di chiarezza rispetto
all'accesso ai servizi e all'assenza di interventi volti a favorire l'autonomia
e l'integrazione sociale, sviluppati a livello domiciliare e territoriale,
anche, mediante l'attivazione e la fruizione di centri diurni socio-educativi.
Sono stati espressi quindi bisogni che attengono alla sfera relazionale, della
socializzazione e della partecipazione alle attività culturali, sportive e del
tempo libero.
Infatti il centro diurno socio educativo e riabilitativo " Gli amici di Handi"
nasce per offrire a soggetti portatori di handicap dell'ambito Martina Franca -
Crispiano uno spazio in cui agire per integrarsi e per occupare il tempo
attraverso attività e percorsi formativi.
Destinatari
Il gruppo destinatario degli interventi di riferimento del progetto è costituito
da 30 disabili che frequentano il Centro diurno socio educativo e riabilitativo
e loro famiglie, inseriti nel Centro su autorizzazione del U.V.M del Distretto
socio-sanitario n. 5 dell'Asl TA/1.
Risorse del Comune di Martina Franca
Il Comune di Martina Franca nell'ambito delle Politiche Sociali eroga all'intera
collettività i seguenti servizi:
" Nidi d'infanzia: costituiti da tre strutture gestite da altrettante
cooperative sociali convenzionate con il Comune.
" Affidamento familiare: in applicazione della legge 184/83 e del relativo
Regolamento Comunale che disciplina il servizio, si sono attuati n.10 affidi
etero familiari, assicurando un sostegno economico e sociale a 12 nuclei
familiari. Si è realizzato un progetto in collaborazione con il consultorio
familiare per l'informazione sull'affido familiare e per la selezione e
formazione delle famiglie interessate.
" Comunità educative in convenzione con :
- Cooperativa Sociale San Giuseppe: gestisce un centro diurno che risponde alle
esigenze di preadolescenti e adolescenti che si trovano in situazioni di
difficoltà. Svolge sostegno scolastico, animazione del tempo libero e cura i
rapporti con le famiglie e la scuola;
- Fondazione San Girolamo Emiliani dei padri Somaschi: è costituita da una rete
di piccole comunità familiari, alcune delle quali ubicate in civili abitazioni,
di proprietà della fondazione, altre in abitazioni private. Qui, l'accoglienza
si configura come una delle tipologie dell'affidamento familiare previste dalla
legge 184/83;
- Fondazione Marinosci: centro diurno affidato alla cooperativa ANTHARES per
preadolescenti e adolescenti, le cui finalità mirano a cogliere da un lato i
bisogni immediati delle famiglie, attraverso la predisposizione di attività
rivolte ai minori, e dall'altro a restituire agli adulti genitori le proprie
autonome competenze con un servizio di consulenza e assistenza.
" Progetti rivenienti dalla legge 216/91: il Comune ha realizzato il progetto
"La Casa" movendosi su tre aree d'intervento
1. educazione alla pro-socialità,
2. educazione ai valori morali,
3. educazione al lavoro e inserimento lavorativo.
Il progetto si pone come meta finale quella di educare alla socialità e al
lavoro un gruppo di preadolescenti e adolescenti a rischio di devianza.
Progetti rivenienti dal D.P.R. 616/77 e L.R. 8/06/90 n.142 (programma di
interventi in favore di minori a rischio di devianza): il Servizio Sociale
comunale di Martina Franca, in stretta collaborazione con l'ufficio servizio
sociale minorile di Taranto, ha realizzato l'inserimento di 12 giovani in
difficoltà, in qualità di apprendisti presso altrettante botteghe artigiane.
Estate Ragazzi: circa 250 ragazzi, di cui 15 disabili, hanno beneficiato di
campi solari e di attività diverse di socializzazione: attività di nuoto,
attività sportive di squadra, attività ludico-ricreative, laboratori di
falegnameria, grafico, pittoriche e teatrali.
Progetto I.So.La: il servizio sociale comunale, in collaborazione con il polo
riabilitativo dell' ASL TA1 ha avviato numerosi progetti con finalità
socio-riabilitative per i ragazzi disabili : corso di nuoto , campi solari
integrati nel progetto estate ragazzi, contributo per la rappresentazione
teatrale di "Halloween", un corso di equitazione , progetto di alternanza scuola
lavoro, progetto di integrazione scolastica, progetto ISOLA che ha lo scopo di
promuovere il processo di integrazione lavorativa.
Progetti 285/97: nell'ambito dei progetti finanziati dalla legge 285/97 sono
stati avviati diversi laboratori tra i quali ha maggior rilevanza : "La Città
dei Bambini", che studia come cambiare la città affinché sia adatta anche
all'infanzia.".
Progetto Integra "Immigration, integration, information", promosso dal Comune e
gestito dalla Coop. Sociale San Giuseppe. L'obiettivo è quello di fornire alla
popolazione non italiana presente a Martina F. la possibilità di "formarsi,
integrarsi, informarsi" nella vita sociale e lavorativa del nostro paese
mediante uno sportello informativo.
Progetti inerenti la lotta alla droga:
Progetto Icaro: ha la finalità di dare sostegno al singolo, alla famiglia, alla
collettività attraverso un gruppo di operatori specializzati facenti parte
dell'associazione Itinera con la supervisione dell'Istituto europeo di
formazione e consulenza sistemica di Roma.
- Centro Giovani: si configura come luogo dove i giovani possano impiegare
il loro tempo libero, coltivare interessi, riscoprire le proprie radici e la
propria identità utilizzando la professionalità di esperti. Il centro è affidato
alla Comunità Emmanuel.
Informa Giovani: è uno sportello informativo che svolge attività di ricerca
lavoro, formazione e informazione, consulenze varie.
A tale complesso di servizi e attività definite e proprie dell'Assessorato ai
servizi Sociali, si raccordano importanti iniziative promosse dall'Assessorato
alla pubblica istruzione cultura che confermano l'interesse e l'attenzione verso
l'infanzia e l'adolescenza, tra questi la realizzazione nel periodo estivo di un
piano di utilizzo di una scuola materna comunale al fine di realizzare attività
rivolte a bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni.
Per quel che riguarda gli interventi a favore della popolazione anziana:
"La Memoria che vive"- Il progetto è stato ideato dal C.R.S.E.C TA/51 (Centro
regionale Servizi educativi Culturali) della Regione Puglia e il Centro Servizi
polivalenti del Comune di Martina Franca.
Attraverso un protocollo di intesa (delibera Consiglio Comunale n. 50 del
9/10/1996) si è realizzato un progetto di educazione permanente e formazione
continua, coinvolgendo enti pubblici, e organizzazioni private. Hanno aderito
in tanti: Auser, Avulss, Cooperative Sociali (Asso -Primavera e Spes),
Istituto Professionale Di Stato per I Servizi Turistici e sociali "Alfonzo
Motolese", Scuola Media"G. Grassi", Tribunale per il Diritto del Malato,
Università Popolare Contemporanea, Arci, "Associazione Anziani in
Movimento", Pubblica Assistenza A.R.27, Casa di Riposo Comunale Insieme,
superando diffidenze reciproche ed ottiche diverse, si è trovato un linguaggio
comune: "La vecchiaia è un momento della vita da amare, da progettare, da
vivere, come l'infanzia e la maturità".
Segretariato Sociale - Consiste in interventi volti a fornire informazioni su
diritti e pratiche; sui servizi socio- sanitari, disbrigo pratiche
pensionistiche e sanitarie (esenzione tiket, pratiche per ottenere l'indennità
di accompagnamento, per la richiesta di pannoloni e presidi ortopedici,
impegnative di visite mediche ecc).
Servizio pasti caldi - vengono somministrati a domicilio, a favore di anziani
soli e non del tutto autosufficienti; agli stessi viene assicurato il servizio
di aiuto domestico e assistenza abitativa attraverso interventi di manutenzione
dell'alloggio da loro occupato.
Casa di Riposo - La struttura (chiusa alcuni mesi fa per poter effettuare lavori
di adeguamento) è dotata di 36 posti letto, il suo scopo è quello di offrire una
condizione di vita che permetta all'ospite una sufficiente, se non totale,
autonomia, garantendo tutti i servizi di cui ha bisogno.
Questa struttura , attivata nel 1965, è allocata nei locali di un convento del
600, adibito poi a ospedale civile. Originariamente gestita dall'Ente Comunale
Assistenza , con la soppressione dell'E.C.A., nel 1977, la competenza è stata
attribuita al comune. All'interno della Casa di riposo comunale sono
sopravvenuti notevoli cambiamenti nella organizzazione comunitaria. Si è creato
un clima familiare, sollecitando gli interessi degli ospiti , favorendone la
vita di relazione, le attività di tempo libero, sostenendo attività tese
all'arricchimento culturale e sociale, sia all'interno della struttura che
all'esterno. La Casa di riposo si è aperta alla comunità come centro di servizi,
integrato con forze associative del territorio e con il privato sociale.
A differenza del passato, all'interno della struttura si sono creati degli
appositi spazi fisici in cui gli anziani possono accogliere i familiari ed i
conoscenti anche con modalità conviviali. Questi ultimi possono, d'altra parte,
partecipare a particolari momenti di vita dell'ospite (pasti, animazione) così
come assicurano la piena disponibilità a collaborare per la graduale e non
traumatica immissione del congiunto nella Casa di riposo. Si sono altresì
individuate opportune risorse per il trasporto-accompagnamento e si sono
predisposti accordi con i servizi invianti, ai fini dell' elaborazione di
progetti integrati comprendenti anche la possibilità di uscita dell'ospite. Gli
anziani della Casa di riposo partecipano perciò sistematicamente a tutte le
attività e le manifestazioni realizzate sul territorio, rivolte agli anziani e
non, (tra cui ad esempio i soggiorni climatici di vacanza e cura, l'estate
socializzata), così come ad iniziative culturali organizzate dell'Ente locale o
da altri attori sociali, in un ottica di forte alleanza con il territorio. Gli
stessi rapporti collaborativi con le scuole di ogni ordine e grado ed in
particolare con gli istituti professionali per i servizi sociali, che da diversi
anni organizzano significativi stages presso la struttura nell'ambito dei
progetti finanziati dall'Unione Europea e finalizzati al conseguimento di
qualifiche specialistiche, costituiscono un'importante risorsa per gli anziani
ospiti, pronti a partecipare attivamente, con spirito di apertura anche allo
scambio intergenerazionale. Si organizzano attività e manifestazioni di
carattere ricreativo-culturale, ossia spazi collettivi aperti alla città, spesso
con la partecipazione di associazioni del privato sociale e sempre con il
coinvolgimento diretto degli anziani, sia ospiti che esterni, che non sono
infatti semplici fruitori o passivi consumatori. In tale ottica di integrazione,
la struttura ha promosso diversi servizi innovativi tra cui assume rilievo il
laboratorio di ginnastica per la terza età gestito in collaborazione con l'
Unione Italiana Sport per Tutti - che fornisce istruttori qualificati e
appositamente formati - aperto ai cittadini del territorio e realizzato presso
locali attrezzati all'interno della Casa. L'animazione all'interno della
struttura non è stata perciò un'opzione ma una scelta consapevole di umanità e
civiltà, cioè il riconoscimento di fondamentali bisogni e diritti umani. La Casa
di riposo è pensata nel suo continuo e vitale interscambio con l'ambiente
circostante, ciò che contribuisce a stimolare la comunità locale alla
valorizzazione degli anziani anche come risorsa socialmente utile.
Altra modalità di degenza nella struttura è costituita dalla frequenza del
Centro diurno , che offre agli anziani del territorio che presentano
un'autonomia ridotta la possibilità di usufruire della struttura anche solo per
alcune ore della giornata o per alcuni giorni della settimana.
Il nuovo servizio quindi costituisce sostegno per le famiglie degli anziani e un
supporto residenziale, flessibile tra domicilio e struttura.
Servizio Civico - Nel gennaio 1989 viene avviato il servizio civico per anziani.
Nato come servizio di sorveglianza davanti alle scuole dell'obbligo e nei
giardini pubblici, esso è stato successivamente esteso al centro storico,
durante i mesi estivi, e in altre strutture ed ambiti territoriali di pertinenza
comunale.
Gli anziani coinvolti annualmente in turni prestabiliti variano dalle venti alle
trenta unità.
Di forte pregnanza sociale è il processo di interazione che si stabilisce tra
adolescenti e anziani, così lontani sul piano generazionale ma vicini su quello
umano e sensitivo.
Centro Aperto Polivalente - E' una struttura volta ad assicurare a tutti i
cittadini abitanti nel territorio l'occasione di una vita di relazione e un
punto di incontro e di servizio.
Il Centro Polivalente si propone come luogo di socializzazione e di integrazione
culturale sul territorio, nonché come centro di erogazione di servizi: mensa,
lavanderia e stireria, assistenza domiciliare integrata, telesoccorso ecc.
L'esistenza del Centro e il conseguente maggiore coinvolgimento di persone
anziane ha fatto sì che si passasse dai tradizionali soggiorni climatici ad una
più diversificata e stimolante attività ricreativa: gite di fine settimana ed
escursioni giornaliere aventi finalità spiccatamente socioculturali. L'apertura
è di 9 ore al giorno per tutto l'anno.
Servizio rimborso spese sanitarie - sin dal 1994 il Comune ha disciplinato il
rimborso di spese sanitarie alle fasce economicamente più deboli della
popolazione. Sono spesso gli anziani a beneficiarne, in quanto ad essi vengono
prescritti frequentemente farmaci della fascia "C" che sono a totale carico del
cittadino.
Servizio Telesoccorso - E' Un osservatorio privilegiato del territorio inteso
come "laboratorio di iniziative" . Il telesoccorso e la teleassistenza per
anziani e disabili. per lo più soli e in precarie condizioni economiche e di
salute, ai quali non è possibile assicurare un'assistenza continuativa
attraverso le altre forme di intervento integrato, costituisce uno strumento di
garanzia di domiciliarità, assicura un sostegno, di una voce che accoglie, che
fa compagnia, che realizza un monitoraggio periodico, discreto , che assicura un
intervento nelle emergenze (malori, cadute, guasti di apparecchiature
domestiche,ecc), che dà indicazioni, che cerca di prevenire disagi e sostenere
chi ha bisogno.
Assistenza Domiciliare Integrata - L'ADI è stata prevista nel Dgr. 848/94, con
gli obiettivi della promozione e del sostegno della qualità della vita a
domicilio, per gli anziani ed i soggetti disabili che hanno perso o invalidato,
in via temporanea o permanente, la capacità di provvedervi autonomamente
ed in modo soddisfacente, al fine di evitare il ricorso ad ospedalizzazioni
improprie ed anche al fine di contenere la spesa e di ottimizzare l'uso delle
strutture sanitarie. Il servizio si fonda sulla integrazione tra i servizi del
distretto sociosanitario, il polo di riabilitazione, il servizio territoriale di
geriatria , i servizi sociali del Comune di Martina Franca, con il fine di una
tutela globale della salute degli anziani, anche grazie all'apporto del
volontariato già operante Il progetto è frutto di un accordo di programma tra
il Comune di Martina Franca e l'Azienda ASL TA/1 e rientra nel progetto
obiettivo "Tutela della salute degli anziani", presentato dal Governo a
stralcio del Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1992/1994.
La realizzazione degli obiettivi che il servizio si pone viene attivata
attraverso la valutazione globale dell'intervento, svolto dall'Unità di
valutazione geriatrica (Uvg) che esegue la valutazione multi/dimensionale
del paziente anziano.
Cento socio-educativo e riabilitativo "Gli amici di "Handi" che da novembre
2009 accoglie circa 30 persone con handicap medio-gravi di natura fisica e
anche mentale. Organizzano attività ludico- ricreative e formative per aiutare
questi soggetti a recuperare le loro capacità residue, ad integrarsi nel
territorio e a dare un valore diverso alla loro esistenza e al loro tempo.
7) Obiettivi del progetto:
Obiettivi dell'Area Minori
Premessa
Come si evince dall'analisi del contesto territoriale, Martina Franca ha una
popolazione giovanile pari al 18,90 %, che difficilmente si rivolge
spontaneamente ai servizi o ai propri genitori per chiedere aiuto nel difficile
processo di costruzione della loro identità. Durante questo processo i ragazzi
possono ritrovarsi completamente disorientati e posso smarrire il senso della
loro esistenza se non vengono supportati prontamente dalle agenzie educative (
famiglia, scuola, servizi, parrocchie). Questa sensazione di smarrimento può
portare i ragazzi a intraprendere percorsi che non gli garantiscono una crescita
equilibrata dal punto di vista affettivo, cognitivo e sociale.
Il progetto infatti si rivolge alla popolazione giovanile di Martina Franca
ponendo la cooperativa San Giuseppe quale agenzia educativa a supporto dei
ragazzi e delle loro famiglie.
L'attività sarà svolta presso la sede del Centro diurno socio educativo per
minori ubicata in Via Genovesi n. 31-33 in Martina Franca, regolarmente iscritto
all'Albo Regionale della strutture operanti in favore dei minori ai sensi del
Regolamento n. 4/2007.
Obiettivi generali
" ampliare la disponibilità di risorse a supporto dei minori e delle loro
famiglie nelle più comuni attività garantendo un'attenta vigilanza e la
realizzazione di attività finalizzate alla crescita culturale ed intellettiva,
" ampliare le offerte disponibili per i minori a livello culturale, aggregativo
e ludico-ricreativo e formativo,
" favorire il radicamento di interventi "non professionali" come opportunità per
la persona, per il minore, per la famiglia e per il territorio in termini di
crescita della cultura della solidarietà,
" incrementare il ruolo promozionale e di vigilanza della collettività a favore
dell'adolescenza e dei ragazzi in genere,
" affiancare i minori nei momenti ricreativi, di studio, di partecipazione alla
vita sociale, e nel percorso scuola-centro e centro-casa.
Obiettivi specifici
" effettuare interventi di gruppo nei contesti aggregativi ricreativi;
" proporre e realizzare attività rivolte ai minori con finalità aggregative,
ricreative, culturali, didattiche,
" accompagnare e vigilare gli stessi nelle attività comuni di accesso all'uso di
spazi collettivi all'esterno supportandoli e affiancandoli;
" collaborare con l'equipe professionale nella realizzazione di progetti
educativi individualizzati,
" collaborare con l'equipe professionale la realizzazione dei diversi interventi
ed attività previsti dal centro: trasporto, compiti, attività ludico ricreative,
laboratori manuali, teatrali ed espressivi.
Obiettivi dell'Area Disabili
Premessa
I giovani che si avvicinano al Servizio Civile dovrebbero pensare a questo anno,
non come una "parentesi" nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di
stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce
orientamenti per le scelte future.
Pertanto, la Cooperativa si impegna a proporre un anno di formazione intesa come
acquisizione delle competenze del servizio che svolge, ma, anche come momento di
auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta di se stessi e delle proprie
aspirazioni. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi; per
condividere con altri giovani i propri vissuti.
Un'esperienza che ponga le basi per una presa di coscienza rispetto a se, alle
proprie aspirazioni e al proprio futuro; un'esperienza che motivi ed appassioni
i giovani all'autodeterminazione e alla capacità di effettuare scelte
consapevoli per il proprio futuro, tenendo in considerazione le proprie
necessità e i propri bisogni.
Un anno di servizio civile che dia la possibilità al giovane volontario di
conoscere più da vicino la realtà sociale del proprio territorio, lo stesso
territorio in cui un domani vivrà come cittadino adulto, magari più consapevole
e più partecipe della realtà comunitaria in cui vive, proprio perché
sperimentata in modo diretto in questo anno.
Obiettivi generali
L'inserimento di giovani volontari all'interno della struttura potrà avere
diverse finalità, sia di utilità sociale che di utilità personale rispetto al
singolo volontario.
Innanzitutto, l'inserimento dei volontari può portare al miglioramento della
qualità dell'intervento educativo rivolto agli ospiti del centro diurno per
disabili; più operatori presenti in compresenza permettono, infatti, una
relazione con l'utente più intima, più profonda e di maggiore qualità, con una
attenzione rivolta loro più esclusiva.
Un altro obiettivo prioritario del progetto è quello che riguarda
specificatamente l'attività del volontario; infatti, il lavoro in rete tra i
volontari, nel progettare e realizzare attività
ludico/ricreative/espressive/educative, porta alla realizzazione di due finalità
molto importanti:
1. favorire la crescita dell'autostima degli ospiti della struttura, attraverso
il "sapere fare e il sentirsi utili", migliorando di conseguenza, la loro
autonomia ed indipendenza;
2. promuovere il contatto del mondo sociale esterno (scuole, mondo degli adulti,
associazioni) con la diversità delle persone in condizione di disagio o
portatori di handicap psicologico, per far sì che vengano visti sempre di più
non come un " peso sociale", ma come una vera e propria risorsa.
Infine, è importante sottolineare come la presenza del volontario di servizio
civile può permettere il potenziamento del contatto dell'utente con il mondo
esterno; infatti, il volontario, oltre ad affiancare l'utente nelle attività sia
all'interno della struttura che all'esterno, può accompagnare lo stesso, anche
nelle attività di
educazione e di socializzazione che verranno realizzate dagli operatori.
Obiettivi specifici
La Cooperativa Sociale intende promuovere una proposta di Servizio Civile
Volontario come esperienza di formazione e maturazione globale della persona.
Riepilogando schematicamente saranno obiettivi specifici di questo progetto:
1) Potenziare e migliorare il lavoro tra gli educatori, i giovani volontari che
operano all'interno della struttura e tutte le figure significative che sul
territorio si occupano di disagio e disabilità, circa le criticità/risorse nel
raggiungimento dell'autonomia personale degli ospiti della struttura. Questo,
attraverso il confronto, la riflessione personale, l'elaborazione di possibili
modalità di intervento nelle riunioni d'equipe, di supervisione, di formazione,
di incontri di verifica con gli operatori del servizio pubblico ( AUSL e Comune
).
2) Migliorare e potenziare la qualità degli interventi educativi sugli ospiti
della struttura ; questo, aumentando il tempo dedicato a curare la qualità della
relazione anche facilitando e promuovendo il rapporto 1 a 1 con l'utente.
3) Favorire e facilitare un percorso educativo di integrazione sociale degli
ospiti della struttura, potenziando, attraverso le attività di educazione in
generale all'interno e all'esterno del centro, promosse dal lavoro diretto dei
volontari, il contatto del mondo sociale esterno con la diversità delle persone
in condizione di handicap psico-fisico, per far sì che vengano visti sempre di
più non come un " peso sociale " , ma come una vera e propria risorsa.
4) Migliorare e potenziare una riflessione ed una presa di coscienza personale,
da parte del giovane volontario, sulle difficoltà sociali, all'interno del
proprio territorio, sulle azioni educative di ascolto, di sostegno nel
raggiungimento dell'autonomia, di accoglienza, di osservazione, di gestione del
quotidiano, di sostegno educativo rivolto agli adulti in condizione di disagio;
questo, favorendo e promuovendo il protagonismo attivo del giovane volontario in
tutte le attività sia della struttura in accompagnamento all'esterno degli
utenti.
L'intervento dei giovani di Servizio civile si svolgerà presso la sede operativa
del Centro diurno socio educativo e riabilitativo "Amici di Handi" in Via
Alessandro Fighera n. 129-131 Martina Franca e presso tutti quegli spazi anche
all'esterno nei quali vengono svolte le attività di educazione e
socializzazione.
Il Centro diurno è iscritto all'Albo regionale delle strutture operanti in
favore dei disabili.
Tutte le attività in cui verranno coinvolti i volontari hanno una durata
annuale.
I volontari che si richiedono per il Centro diurno per disabili sono 2 e
realizzeranno il loro servizio civile con tempi e modalità consoni agli
obiettivi del presente progetto di servizio civile.
In ogni caso i due volontari, saranno coordinati da OLP di riferimento (un
responsabile di struttura e un responsabile di attività esterne), i quali
avranno la possibilità di interagire tra loro, rispetto all'intervento operativo
e alle attività.
Tale modalità di intervento si ritiene sia la più idonea affinché possa essere
soddisfatto uno degli obiettivi che il progetto intende perseguire, ovvero
quello dell'integrazione. Inoltre, permetterà ai giovani di confrontarsi,
scambiarsi esperienze ed essere sostenuti da una rete di supporto.
I volontari in servizio civile saranno impegnati per almeno 30 ore settimanali
(ovvero un monte ore annue minimo di 1400) e 5 giorni alla settimana, dal lunedì
al venerdì e in occasioni particolari anche nei fine settimana.
Indicatori
Si riterrà di avere raggiunto gli obiettivi sopra indicati se si realizzano le
seguenti condizioni:
" realizzazione di attività specificamente destinate ai minori e disabili sia a
carattere ludico-ricreativo, culturale, formativo e scolastico;
" realizzazione di attività destinate agli utenti che vedono l'impegno dei
volontari quale contributo ad integrare le attività proposte, come risorsa umana
disponibile ed innovativa, realizzando interventi nuovi non già rientranti in
quelli programmati;
" attivazione di percorsi finalizzati alla piena autonomia dei minori e dei
disabili (ove possibile) nei momenti di vita sociale, a scuola, nei Centri,
nelle varie strutture, in sintonia con i PEI ed i valori educativi cui si
ispirano i servizi.
8) Descrizione del progetto e tipologia dell'intervento che definisca in modo
puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle
dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di
vista sia qualitativo che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
DESCRIZIONE COMPLETA DEI PIANI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO AREA MINORI E DISABILI
La realizzazione di interventi destinati alla popolazione bersaglio , come
abbiamo già accennato, riguarda nel concreto tre soggetti:
" il minore e il disabile
" le famiglie
" la collettività.
Qualsiasi iniziativa, pertanto, non può prescindere da un'attenzione alle tre
componenti, soprattutto, laddove la finalità principale dell'intervento abbia
una valenza di carattere preventivo e di supporto dell'esistente, come nel caso
del presente progetto.
Concretamente pertanto il lavoro dei volontari diventerà parte integrante
dell'operatività del servizio ed entrerà a farne parte sia in termini di
progettazione che di realizzazione.
Le singole attività previste nelle sedi di attuazione hanno come comune
denominatore il lavoro diretto caratterizzato, sul piano relazionale ed
educativo, con i minori e con i disabili; questo, si esplicita anche in azioni
concrete quali:
" l'accompagnamento ai centri da scuola o dalla famiglia, garantendo la
vigilanza sul pulmino o nel percorso pedonale,
" la presenza del volontario durante i momenti di gioco e di attività come
osservatore e sollecitatore di interessi,
" il sostegno concreto in tutte le attività, dallo svolgimento dei compiti, alle
ricerche, ai laboratori manuali, per uno sviluppo di interessi culturali e
creativi,
" l'assunzione di un ruolo propositivo nella proposta e realizzazione di
attività ludico ricreative, aggregative, culturali e formative.
Il territorio mette a disposizione dei cittadini dei servizi, già riportati ai
precedente punto 6 , e ciò costituisce la base sulla quale si innesta la risorsa
del volontario che rappresenta così un valore aggiunto ad integrazione e
completamento dell'esistente.
L'investimento di risorse da parte degli enti locali, del privato sociale e
dell'associazionismo è costante ed in incremento, considerato l'aumento costante
dei bisogni dei cittadini.
I volontari opereranno in raccordo con le figure professionali già attive nei
centri, in particolare con le figure dei coordinatori, degli educatori, della
psicologa, degli animatori.
Il volontario si avvarrà di strumenti quali: l'osservazione, la comunicazione
verbale, la realizzazione di attività specifiche.
Per realizzare il progetto e concluderlo sarà necessario seguire un percorso
fondato su tre piani di attuazione.
In ogni piano ci sono tre o quattro fasi di attuazione che non sempre hanno una
consequenzialità l'una con l'altra, ma che invece spesso si attuano
contestualmente.
PIANO DI ATTUAZIONE: 1
Conoscenza del territorio e del centro presso cui si deve operare l'attività del
volontario.
Prima fase
Conoscenza dei volontari da parte dell'equipe professionale costituita da
coordinatore, assistente sociale, psicologa, educatori ed animatori.
Seconda Fase
Conoscenza del territorio ed in particolare dei servizi presenti sul territorio
che lavorano a favore dei minori e dei disabili (Servizio Sociale di base,
centri diurni, comunità alloggio per minori, case famiglie, scuole, ecc.)
Terza Fase
Presentazione dei volontari alle famiglie ed agli utenti che frequentano i
centri.
Quarta fase
Conoscenza delle attività e dei progetti individualizzati dei minori e dei
disabili.
TEMPI: Per la realizzazione di questo piano di attuazione sarà necessaria una
settimana.
PIANO DI ATTUAZIONE: 2
Inserimento dei volontari nei gruppi degli utenti dei centri e osservazione
dell'operato degli educatori ed animatori.
Prima fase
I volontari saranno inseriti all'interno dei centri e dei gruppi di lavoro e
dovranno osservare l'operato degli educatori.
Seconda fase
I volontari osserveranno il lavoro degli educatori nello svolgimento di tutte le
attività ludico-ricreative, aggregative, laboratori teatrali ed espressivi,
laboratori manuali.
Terza fase
I volontari osserveranno gli educatori nelle relazioni interpersonali
intrattenute con le famiglie e gli operatori delle altre agenzie educative
cointeressate ai processi o percorsi di accompagnamento dei minori e dei
disabili.
TEMPI: Per la realizzazione di questo piano di attuazione è necessario un mese.
PAINO DI ATTUAZIONE : 3
Affidamento ai volontari di un piccolo gruppo per lo svolgimento delle attività
con la supervisione costante di una educatore.
Prima fase
Conoscenza dei ragazzi e/o dei disabili; inizio di una relazione educativa con
essi.
Seconda fase
Lavoro di squadra con il proprio supervisore, con cui confrontarsi ed interagire
costantemente.
Terza Fase
Partecipazione del volontario alle riunioni d'equipe a cui apporta il proprio
contributo sulla base del lavoro che sta svolgendo.
Quarta fase
Realizzazione di attività e di giochi che supportano la capacità aggregativa, la
socializzazione e l'integrazione con il gruppo dei pari.
TEMPI: il terzo piano di attuazione rappresenta il nucleo del progetto, in
quanto riguarda l'attività che i volontari devono svolgere nel progetto e che
permetterà loro di acquisire nuove competenze, conoscenze e abilità utili anche
in altri contesti lavorativi. Questo piano di attuazione si realizza a partire
dal secondo mese fino alla fine del progetto.
DIAGRAMMA DI GANTT
(Valido sia per il Centro Minori che per il Centro Disabili)
Diagramma del Piano di Attuazione 1 e attività
Fasi Settimane 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52
Prima fase
Seconda fase
Terza fase
Quarta fase
Diagramma del Piano di Attuazione 2 e attività
Fasi Settimane 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52
Prima fase
Seconda fase
Terza fase
Diagramma del Piano di Attuazione 3 e attività
Fasi Settimane 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52
Prima fase
Seconda fase
Terza fase
Quarta fase
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l'espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza
con le predette attività
Per la realizzazione delle attività nei due centri la cooperativa impiega le
seguenti risorse umane:
Centro diurno socio educativo per minori:
" 1 coordinatore, laureato in sociologia
" 1 psicologa (consulente),
" 3 educatori, laureati
" 1 animatore, con esperienza nell'ambito dell'educazione dei ragazzi
" 1 cuoca
" 1 ausiliaria
Centro diurno socio educativo e riabilitativo per disabili
" 1 coordinatrice, laurea in psicologia
" 5 educatori, laureati
" 2 assistenti di laboratorio
" 2 O.S.S. (operatori socio sanitari)
" 1 ausiliaria
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell'ambito del progetto
I volontari si raccorderanno con l'equipe professionale che opera nei centri per
una prima presentazione dei servizi, delle prestazioni, delle attività e
dell'utenza, per poi operare direttamente nei gruppi e con gli operatori a cui
l'equipe li assegnerà.
Ogni volontario avrà la sua figura di riferimento interna alla sede di
attuazione con la quale verrà predisposto il piano dettagliato di impegno, nel
rispetto del quadro generale fornito dal progetto; la definizione degli impegni
per ogni volontario avrà come base gli ambiti di intervento individuati nel
presente progetto e le azioni specifiche collegate anche ai PEI di ogni singolo
utente.
Attività:
" Affiancare i minori e i disabili con ruolo di vigilanza ed accompagnamento
nelle varie fasi di accesso alle strutture;
" supportare e sostenere gli utenti nell'espletamento delle attività;
" Organizzare con l'equipe professionale le attività programmandole e
concertandole, tenendo presente il target di riferimento;
" promuovere attività culturali, ludico-ricreative e aggregative a favore degli
utenti dei centri;
" partecipare alle riunioni d'equipe;
" partecipare alle attività estive, rendendosi disponibile ad eventuali
spostamenti anche fuori sede.
9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
10) Numero posti con vitto e alloggio:
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
12) Numero posti con solo vitto:
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
" Rispetto dei regolamenti vigenti nelle sedi di attuazione del progetto
" Impegno (eventuale) in alcuni giorni festivi
" Flessibilità oraria durante i periodi di vacanze scolastiche
" Disponibilità alla partecipazione a campi estivi, escursioni e varie uscite
fuori sede.
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e
Responsabili Locali di Ente Accreditato:
N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per
sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Nominativi dei Responsabili
Locali di Ente Accreditato
Cognome e nome Data di nascita C.F. Cognome e nome Data di nascita C.F.
1 Cooperativa san Giuseppe Martina Franca Via Genovesi , 31-33 76741 2
Giuseppina Semeraro 28-06-1980 SMRGPP79H67E9860 Aldo Montanaro 10-01-1948
MNTLDA48A10E986B
2 Gli amici di Handi Martina Franca Via Alessandro Fighera, 129-131 78501 2
Speziale Daniela 20-04-1980 SPZMDN80D60F280E Aldo Montanaro " "
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile
nazionale:
Avviso pubblico, divulgazione a mezzo comunicato stampa; brochure, manifesti,
pubblicazione del progetto sul sito del centro (www.comunitàsangiuseppe.it).
Per l'attività di promozione e sensibilizzazione del servizio Civile saranno
necessarie 25 ore.
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si rimanda ai criteri di selezione elaborati dall'Ufficio Nazionale per il
Servizio Civile, definiti ed approvati con determinazione del Direttore Generale
del 30 maggio 2002.
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento
(eventuale indicazione dell'Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il
servizio):
NO
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell'andamento delle
attività del progetto:
Sono previste attività di monitoraggio interno da parte dell'equipe di lavoro,
al fine di valutare sia i risultati del progetto, sia il grado di apprendimento
e di crescita formativa dei volontari.
Anche l'operatore locale di progetto (OLP) verrà coinvolto nel monitoraggio del
processo.
I volontari saranno invitati ad esprimere direttamente le loro considerazioni
sulle attività e sul clima lavorativo in cui si trovano ad operare a cadenza
trimestrale e compileranno questionari con modalità di risposta aperta e chiusa.
Il monitoraggio prenderà in considerazione, oltre ai dati di base (
partecipanti, orari, ecc.), i seguenti indicatori:
- Attività svolte nella struttura
- Attività di formazione
- Aspetti relazionali e comportamentali
Per l'attività di monitoraggio verranno utilizzati i seguenti strumenti:
- Riunioni di gruppo periodiche
- Schede per la raccolta di informazioni quantitative e qualitative
- Questionari
Verrà compilata, con cadenza trimestrale, una scheda di monitoraggio a cura
dell'operatore locale di progetto, con le informazioni relative ad ognuno degli
indicatori.
Per la redazione del rapporto finale di valutazione del progetto, in base alle
informazioni qualitative e quantitative raccolte, si procederà ad una verifica
della rilevanza, dell'efficacia, dell'efficienza e dell'impatto del progetto.
Le attività di monitoraggio verranno svolte dall'Operatore locale del progetto,
dal responsabile del monitoraggio e della valutazione del progetto.
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento
(eventuale indicazione dell'Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il
servizio):
NO
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto
oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
Si richiede:
- diploma superiore magistrale o liceo psico-socio-pedagogico o liceo della
comunicazione ad indirizzo sociale, diploma di scuola superiore per operatore
dei servizi sociali;
- Laurea triennale in servizi sociali;
- Laurea specialistica in gestione e programmazione delle politiche e dei
servizi sociali:
- Scienze dell'educazione
- Scienze della formazione
- Laurea in psicologia
Possesso della patente B
23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla
realizzazione del progetto:
Il Bilancio sociale della Cooperativa dell'anno 2009 è di circa 260 mila €uro.
Per l'anno 2010, la cooperativa prevede la chiusura del Bilancio, alla voce
ricavi da prestazioni, con un importo di circa 400 mila €; pertanto, in favore
del progetto di impegno dei volontari del servizio civile, per entrambi i due
Centri diurni, sarà possibile destinare una percentuale di risorse aggiuntive
pari al 1,5% del Bilancio Annuale, vale a dire una somma pari ad € 6.000,00 per
l'anno di attuazione.
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (co-promotori e/o partners):
I volontari opereranno in rete con i servizi sociali e sanitari degli Enti
istituzionali che autorizzano le frequenze degli utenti ai Centro diurni per
minori e per disabili: Comune di Martina Franca e Crispiano - Distretto
socio-sanitario n. 5 Asl TA/1, nonché con le altre agenzie educative (scuole,
palestre, associazioni sportive) che si rapportano quotidianamente ai Centri per
le finalità sociali.
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l'attuazione del progetto:
Per la realizzazione del progetto è indispensabile la dotazione di materiali di
consumo ordinari e di materiali specifici utili per la programmazione e la
realizzazione degli interventi; l'attuazione concreta dei diversi interventi
previsti nel progetto si avvale degli strumenti utili per:
1. la realizzazione vera e propria degli interventi
2. la programmazione, il controllo di gestione, il monitoraggio.
Per quanto riguarda le risorse strumentali, per l'attuazione degli interventi e
del progetto, la Cooperativa, presso il Centro diurno per minori di Via
Genovesi, mette a disposizione:
" 2 pc con stampante e scanner;
" giochi da tavola;
" materiale didattico;
" libri;
" TV, videocassette, dvd, cd;
" materiale di cancelleria;
" fotocopiatore;
" fax, telefono;
" un video proiettore.
" Tavoli per lo studio, giochi attrezzati (biliardino, materassini, palle,
birilli, canestro, ecc),
La sede , di circa 200 mq. è dotata di una cucina, un ufficio per i colloqui con
gli utenti e le famiglie.
Per quanto riguarda invece il Centro diurno per disabili di Via Al. Fighera, le
risorse strumentali che la cooperativa mette a disposizione sono:
" 6 pc con stampante e scanner;
" giochi da tavola, materassini, palle in spugna;
" materiale didattico;
" TV, videocassette, dvd, cd;
" materiale di cancelleria;
" fotocopiatore;
" fax, telefono;
" un video proiettore.
" Tavoli e sedie ergonomiche per, ecc;.
La sede, di circa 180 mq. è dotata di un ufficio per i colloqui con gli utenti e
le famiglie e di una cucina per la somministrazione del pranzo da asporto
esterno.
Il Centro diurno è, inoltre, dotato di 1 automezzo attrezzato per il trasporto
di disabili in carrozzina.
Tra gli strumenti utili per la programmazione, controllo e monitoraggio sono
necessari ed utilizzati in particolare:
" Uffici presenti nelle sedi attrezzate con: PC, stampante, schedario, uso
fotocopiatrice, uso fax, telefono,
" materiali di consumo da ufficio (carta, cancelleria varia, …)
" cartelle e fascicoli personali utenti,
" stampati di vario genere per apertura cartella personale dell'utente, presa in
carico e raccolta dati anamnestici, predisposizione di progetti di intervento,
registrazione di interventi.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
nessuno
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
nessuno
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante
l'espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum
vitae:
Il centro, successivamente all'espletamento dell'attività dei volontari, potrà
rilasciare, su richiesta del volontario, un certificato valido ai fini del
curriculum vitae che attesta le effettive competenze acquisite dal volontario
durante lo svolgimento del servizio.
Nell'espletamento del servizio i volontari potranno acquisire le seguenti
competenze utili alla crescita professionale:
" saper leggere i bisogni dei minori a rischio e dei disabili con individuazione
di risposte appropriate;
" saper organizzare attività ludico-ricreative a favore dei ragazzi e dei
disabili;
" saper operare in un'ottica di rete e di lavoro di gruppo con l'equipe
professionale;
" saper interagire nella relazione individuale con ragazzi in genere e disabili;
" saper interagire nelle relazioni e dinamiche di gruppo con i minori e i
disabili.
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
Cooperativa sociale San Giuseppe- Centro diurno socio educativo per minori, Via
Genovesi, n.37 o Centro diurno per disabili, Via Alessandro Fighera 129-131
Martina Franca.
30) Modalità di attuazione:
In proprio, presso la sede della Cooperativa in Via Genovesi n. 37 con i
formatori indicati in sede di accreditamento.
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed
eventuale indicazione dell'Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il
servizio:
NO
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione dei volontari si svolgerà seguendo tecniche e metodologie diverse
per permettere una maggiore partecipazione e coinvolgimento. Pertanto i ragazzi
potranno assistere ad alcune lezioni frontali e partecipate, uso di mezzi e
strumenti audiovisivi, lavori in piccoli gruppi, problem solving, role plaing,
giochi di interazione.
33) Contenuti della formazione:
La formazione dei volontari sia generale che specifica sarà svolta per tutti i
volontari contestualmente e riguarderà le seguenti tematiche:
" caratteristiche e ordinamento del servizio civile;
" principi del servizio civile;
" storia dell'obiezione di coscienza;
" difesa della Patria come diritto e dovere costituzionale con mezzi non
violenti;
" diritti umani;
" carta etica del servizio civile nazionale;
" diverse forme di partecipazione attiva della società civile;
" diritti e doveri del volontario
34) Durata:
50 ore
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
Cooperativa sociale San Giuseppe, Via Genovesi, n. 37 o Via Alessandro Fighera
129-131
36) Modalità di attuazione:
In proprio, presso uno dei centri con i formatori indicati, quali operatori dei
servizi.
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Aldo Montanaro, Martina Franca, 10 gennaio 1948
Luciana Semeraro, Martina Franca, 29/11/1967
Graziana Schiavone, Locorotondo, 17 gennaio 1981
Giuseppina Semeraro, Martina Franca, 27 giugno 1979
Giuseppe Serio, Martina Franca, 19 settembre 1973
Annalisa Cantore, Martina Franca, 24 aprile 1982
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
Aldo Montanaro, laureato in sociologia;
Luciana Semeraro, laureata in psicologia;
Graziana Schiavone, laureata in scienze del servizio sociale;
Giuseppina Semeraro, laureata in scienze dell'educazione;
Giuseppe Serio, esperto in tecniche di animazione;
Annalisa Cantore, laureata in scienze del Servizio Sociale.
Gli operatori operano da più di 2 anni in servizi educativi, rivolti anche a
portatori di disabilità medio-grave, con ruoli di: accoglienza della domanda,
valutazione dei bisogni, predisposizione dei progetti educativi
individualizzati, organizzazione pratica del servizio socio - educativo,
organizzazione di attività ludico-ricreative, aggregative, laboratori
espressivi, teatrali e manuali.
Tutte le figure coinvolte hanno esperienza diretta di gestione del servizio
nel quale i volontari opereranno, anche con ruoli organizzativi, di orientamento
e coordinamento. Per maggiore completezza si allegano i curriculum delle persone
coinvolte.
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Lezioni teoriche ed esercitazioni finalizzate alla conoscenza dei servizi in cui
opereranno i volontari, utilizzo di tecniche audio-visive, giochi di ruolo,
giochi di interazione, simulazione di situazioni: primo contatto con l'utente,
predisposizione di progetti di intervento educativi ricreativi individualizzati,
formulazione di ipotesi di organizzazione di attività, integrazione e
l'inserimento anche lavorativo per disabili ove ricorrano le condizioni.
40) Contenuti della formazione:
" Finalità statutarie dell'Ente
" Normativa di riferimento
" Organizzazione interna e documentazione
" Tipologia delle prestazioni offerte
" Competenze dell'educatore
" Lavoro d'equipe
" Progetto educativo individualizzato
" Elementi relativi allo sviluppo cognitivo, psicologico e affettivo del minore
adolescente e del disabile
" Significato e funzione del gruppo dei pari
" Animazione con gli adolescenti e con i disabili
" La comunicazione
" Nozioni relative alla disabilità e alle patologie
" Tecniche del gioco e dell'animazione
" Problematiche relative al lavoro con i minori e disabili
" Rapporto con i servizi, lavoro di rete e lavoro di comunità
" Lavoro di gruppo con metodologia attiva: comunicazioni, scambio di esperienze
con l'equipe
" Acquisizione degli strumenti teorici e pratici indispensabili allo svolgimento
del servizio
41) Durata:
80 ore
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica)
predisposto:
Il monitoraggio del piano di formazione prevede:
" elaborazione iniziale della aspettative rispetto al percorso formativo sia
generale che specifico
" valutazione al termine di ogni giornata formativa, sia generale che specifica,
finalizzata alla verifica del percorso, alla ricostruzione collettiva
dell'esperienza
formativa, alla sua ricollocazione rispetto all'esperienza di volontariato, alla
ridefinizione degli obiettivi, alla esplicitazione delle nuove competenze
acquisite.
" valutazione finale dei percorsi generale e specifico, con posizionamento
rispetto alle aspettative iniziali, finalizzato ad una valutazione delle
competenze e conoscenze acquisite.
Al termine del percorso di volontariato una ulteriore verifica collettiva avrà
la
funzione di realizzare un ulteriore follow up consentendo una valutazione
ex-post della formazione realizzata.
Per la valutazione saranno adoperati, oltre al feedback verbale dei volontari,
test o questionari che misurano l'apprendimento, la qualità e il gradimento
della formazione.
Data, 1 marzo 2010
Il Responsabile legale dell'ente
Dr. Aldo Montanaro
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